Quando Cesenatico era dall’altra parte del mondo.

Oltre che dall’altra parte del mondo, adesso il mangia famiglie con il grattacielo e la spiaggia è quasi di un’altra vita, di quando ogni cosa era una scoperta e le ruotine alla bici avevano appena smesso di pararmi il culo nelle curve.

1973 d. C. Consandolo

Scuola finita.

Paghetta aumentata.

Al bar di Ciubadin è spuntato il nuovo gusto di gelato: il Malaga.

Perfetto.

Ciubadin ha i capelli di Silvan però bianchi, e fa il cono da cinquanta lire più grande del mondo.

Tutto Malaga. Grazie.

Schifo al cazzo. C’è l’uvetta.

Misses mi ha portato dal dottore un mese fa e lui ha detto che l’aria di mare mi farebbe bene. Strano rapporto con il dottorone alto fino al soffitto. Non fa né paura né male, ma d’inverno lo odio per le supposte e in primavera è mio amico perché mi manda al mare.

La radio urla “Montagne verdi” in cucina mentre Misses tiene un occhio a mia sorellina Primavera, quella a cui ho pisciato in testa appena nata, tanto per stabilire le prime gerarchie.

Senior sta caricando delle borse e delle valige sul Cinquino blu.

Scanchera,

Alle dieci di mattina siamo pronti. Mi hanno fatto il bagno, infilato i pantaloni corti e i sandali tagliati davanti per farmeli durare mentre cresco a litri di “Nesquik”. Io, Primavera e il Cicciobello dietro stivati tra le valige, tanto siamo piccoli e i Nostri davanti ben confezionati a un centimetro dal cruscotto.

Si va al mare: Cesenatico.

Lo sapete bambini che c’è un grattacielo?

Hai fatto pipì Primavera?

Sì.

Brava stella!

E tu Demonietto?

No!

Lo sapevo! Perché non l’hai fatta?

Non ce l’ho!

Lo sai che poi ci tocca fermarci per farti fare pipì?

Non ce l’ho!

Su dai, vieni in bagno con me. Fila!

Senior si alza. Mi fa scendere.

Non ce l’ho la pipì!

Andiamo! Vieni con me!

Rimango con il pistolino in mano tre minuti e mi sforzo di farne una lacrima almeno per farla felice, perchè ancora non capisco cosa ci trovi di tanto interessante nel farmi pisciare per forza.

Ecco. Vedi? Ora che hai fatto possiamo partire.

Senior mi rimette tra le valige e il lunotto.

Mamma?

Dimmi Primavera?

Ho la pipì!

Senior scanchera.

Misses porta mia sorella in bagno,

Tornano.

Si parte.

Quarantotto all’ora. Quarantotto gradi.

Cinquino con motore-caldaia proprio dietro la schiena. Finestrini chiusi. Meglio che i bambini non prendano colpi d’aria, così sudati.

Il viaggio non finisce dopo qualche minuto come succede quando andiamo dai nonni in campagna.

Ci stiamo avventurando in una sterpaglia di auto cariche fino alla cappotta. Alcune hanno anche impilato sul tetto dei materassi incellofanati e mentre se ne vanno tranquille a formare il serpente vacanziero, sbandierano ciocchi e frustate di “nailon” al vento. Ci sono ragazzi con i capelli lunghi e pantaloni larghi sotto che fanno vedere il pollice a noi che passiamo. Qualcuno si ferma. Misses li chiama zingari capelloni voglia di far niente.

Dai cantiamo bambini!

Mentre Misses intona Montagne verdi di Marcella e ci incita a seguirla, io vorrei solo uscire dal finestrino almeno con la faccia. Fuori c’è un mondo che si gira a guardarmi, meravigliato con fumi di libertà e bacche in maturazione. Lo attraverso imprigionato nella latta blu sulle ruote sotto il sole di mezzogiorno che non sorride come nei miei disegni, ma scotta i miei primi anni settanta sul palco della vita. Comincio a credere che non si fermerà ai miei comandi e che nemmeno questo viaggio volge al termine.

Mamma?

Sì Primavera?

Ho la pipì!

Senior scanchera.

Misses ci fa scendere lungo un fosso. Gli autogrill sono robe che si vedono alla tv, non certo per strada. Pensa.

Finalmente leggo cartelli con scritto Cesenatico e mi sento come Colombo sulla caravella quando vede la terra, anche se a scuola ancora non me ne hanno parlato.

Prendiamo possesso di un appartamento affittato come pirati all’arrembaggio.

Ti piace Demonietto?

Sì. Dov’è il cortile?

Là!

Perfetto.

Dopo la prima settimana nel cortile non ci sono più “altri bambini” ma i miei nuovi amici.

Nel settantatre la tv trasmette solo Canzonissima in bianco e nero, non ci sono giochi elettronici e ci si tirano sassi e merde di cane in faccia. Ogni tanto mi tocca anche star sotto a nascondino. In spiaggia c’è un solo bimbo nero raro come lo zafferano e molti gli si avvicinano per chiedergli come mai è nero e non è in una capanna africana dei documentari. Mi piace una bambina ma non ho capito come si fa. Si chiama Stanellina tutta Panda perché curiosa da troppo vicino i grandi che giocano a calcino, così si becca manopolate in frulli vietati negli occhi. Di solito io e il mio amico Supposta per via della forma della testa, la strascichiamo per i piedi così con il culo forma la pista per le biglie dei corridori. “Eddi Mercs” e Gimondi sono tra i più veloci anche a suon di cricchi con le dita.

Posso fare il bagno mamma?

Aspetta. Non sono passate le tre ore.

Spuntano dei soldatini. Ok, è guerra aperta.

Possiamo giocare a riva?

Ok.

Pallottole di melma di battigia rotolate sulla sabbia secca. Bombe ottime da tirarsi addosso.

Ci trasformiamo in cecchini sabbiati dalla testa ai piedi. Ora i Nostri ci lasceranno fare il bagno per forza.

Posso mamma?

Ok. Ma non andare al largo.

Ho paura dei granchi e nuoto come un paperotto. Perchè dovrei stare dove si tocca?

Tanto sono fuori controllo e le onde spumano nel naso fino agli scogli. Sono lontanissimo dalla spiaggia con poche bracciate olimpioniche nella mia testa e spulvrazzose a vedermi da fuori.

Figata.

Sugli scogli sono davvero libero. Non c’è controllo o bandiera nera che tenga. Davanti ho il mare che non finisce mai e dietro ho gli ombrelloni e persone grandi come soldatini. Da qui ogni cosa tranne il mare puà stare nella mia mano. Sguazzo come un delfino e mi immergo come Majorca anche se l’acqua è sabbiosa e verde, certamente diversa da come si vede in tivù. Dalla spiaggia Misses mi chiama con un pezzo di pizza che sembra un paravento.

Corro.

Uno a me e uno a Primavera. Più piccolo però, perché sei più piccola.

Pranzo a suon di risotto e prosciutto. Senior ama l’acqua “pizzichina” e a noi piace vedere la magia dopo che ha buttato la polvere nella bottiglia che ribolle tutta. A Senior piace anche fare i razzi con la carta degli aranci: La arrotola come una pergamena e la mette sul tavolo, poi la incendia e dopo un poco la pergamena si alza in volo e finisce di bruciare come gli aerei dei film di guerra. Io e Primavera stiamo sempre a bocca aperta fino all’ultimo falistro. La sera si torna dalla spiaggia stanchi come minatori. Abbiamo scoperto che i granchi pizzicano anche se sono piccoli e le alghe non uccidono. Fanno solo un po’ schifo e vanno bene da tirare alle bimbe rompicoglioni. Per Misses e Senior la doccia di famiglia è un rito religioso. Io e Primavera sembriamo passati in un autolavaggio, tanta è la schiuma che brucia gli occhi.

Mamma brucia gli occhi!

Non è vero!

Sì che è vero!

Smettila di lamentarti e lavati bene le orecchie anche dentro!

Cena con pollo di rosticceria e insalata.

Che schifo mamma prendi!

E’ insalata Demonietto! Mangiala. Ti fa bene.

No.

Che schifo mamma prendi!

E’ insalata. Non la vuoi nemmeno tu Primavera?

No!

Allora niente dolce.

Ok, mangio l’insalata, ma fa schifo lo stesso!

Fine cena. Il dolce era una scusa per farci mangiare l’insalata.

Stronzi.

Vado fuori a giocare.

No, stasera andiamo a vedere il grattacielo!

Come il grattacielo? I miei amici sono qui, perchè andiamo via?

Presto, andiamo! E’ lontano!

Io cammino, Primavera trotterella rossa in faccia. Chilometri di negozi che non ci interessano, ma Misses vuole un ricordino a forma di conchiglia puzzolente.

Volete un gelato?

Ovvio!

Io al pistacchio nocciola cioccolato panna fragola crema menta liquirizia amarena e…

Solo due gusti!

Gli adulti non capisco. Ok. Cioccolato e pistacchio.

Primavera si butta sulla panna, ma le cade.

Spaplattt!!!

Piange come se le avessero bruciato il Cicciobello. Io non capisco come si possa far cadere un gelato con la bocca e mi godo il cinque che si becca. Non capisco nemmeno perché il gelato sembra piccolo sul cono, ma quando cade è una scamionata di roba.

Senior scanchera. Misses viene in soccorso.

Demonietto dammi il gelato sennò ti cade!

No. Non mi cade. Non sono inscimmiato come Primavera!

Dammelo lo stesso. Te lo tengo io!

Vabbè, se questo è il solo modo di mangiarlo, ok.

Ancora chilometri a piedi e mi fanno male. Inoltre mi chiedo che cosa ci facciamo in mezzo a tutta questa gente che rischia di calpestarmi.

Volete fare un giro sulla giostra?

Ovvio!

Però tu Demonietto badi a tua sorellina che è piccola. Ok?

Perchè qual è la giostra pericolosa? Calcinculo? Bolidi volanti? Autoscontro?

Quella!

I cigni addormentati sul laghetto? Quelli che vai su e galleggi mezz’ora senza scontrarti con niente perchè si muovono a malapena e sono amorfi? Posso piangere?

No! Vai con tua sorella.

Il primo istinto è annegarla, poi mi adatto, in fondo su questo cigno galleggiante posso riposarmi e poi chiedere lo zucchero filato come premio.

Demonietto lo zucchero filato ti fa cadere i denti!

Ma mi stanno già cadendo! Guarda!

Comunque sono sicura che non ti piace. Andiamo, siamo quasi arrivati!

Ok. Il grattacielo. E’ questo?

Sì!

Ah.

E adesso?

Lo guardiamo. Non è bello?

Rimaniamo un’oretta buona a guardare la gente che entra ed esce e passeggia. Io mi stanco. Primavera comincia a far capricci.

Si torna.

Però andate subito a letto. Ok?

Posso giocare con le biglie dopo?

No.

Chilometri per scegliere un galeone di conchiglie da portare a casa.

Arriviamo sderenati. Misses sorride con il suo galeone. Lo tratta come un’opera d’arte introvabile e già sogna il salotto di casa.

Ma non raccoglierà polvere? Chiede.

No, figurati! Dice Senior.

Bambini a letto!

No!

su dai!

Ok.

La notte fuori continua mentre Cesenatico mi avvolge del suo mistero. Io vorrei giocare, ma Primavera dorme perchè è una brava bambina. Senior e Misses guardano la tivù. Sento La Carrà in coppia con Mina inscatolate nel sabato sera in bianco e nero. Penso che quando sarò grande comprerò il grattacielo e un autobus, così sarà meno faticoso andarlo a vedere. Penso che oltre la finestra ci sia un mare grande almeno quanto quello oltre gli scogli e che Misses sia bellissima anche se rompe tanto. Forse è vero che lo zucchero filato non mi piace, ma ne comprerò un vagone appena potrò e anche una bicicletta grande così arriverò prima ovunque io voglia. Poi il gelato va bene al cioccolato vaniglia pistacchio nocciola crema menta… al caffè o al malaga no… forse allo zucchero filato si e anche liquirizia e forse fragola… domani lo dico a Stanellina tutta Panda… che sonno… domani il mare avrà ancora i granchi? Ne metterò uno nel secchio e farò paura a tutti… dove saranno ora i miei soldatini? Si muovono quando io non ci sono? Che sonno.

A presto. Magno.

Settembre 2011 d. C. circa.
Notte fonda e senza coperta. Non ho sonno e il portatile mi ipnotizza più di una bella fighetta. Tra i pensieri spallonanti in mente, ricordo una mail e una telefonata dell’editore che conferma l’uscita del mio primo libro “Anima d’Asfalto” a settembre, ma non ho ricevuto nessuna mail di conferma e nemmeno una telefonata. Penso che abbia cambiato idea o che ci siano state incomprensioni con la sfiga e che la fortuna di Magno si sia iscritta al registro delle opposizioni telefoniche e quindi irraggiungibile. Digito www punto eccetera eccetera punto it mentre lo stomaco smolla roboanti succhi gastrici dal sapore di lava. Sì. Il mio libro in digitale c’è. Questo lo sapevo già. Continuo a smanettare con lo scroto che respira nelle mutande e improvvisamente come un Mar Rosso personale in apertura, lo vedo. Anima d’Asfalto in cartaceo è finalmente disponibile. Lo puoi anche personalizzare con una dedica se per caso lo regali.
Wow e Zabow! “Gisus Craist” in persona scende dalla croce e mi stringe la mano, chiedendomi l’autografo.
Notte insonne e falistrata di fuochi d’artificio.
Metto su un caffè per autocelebrarmi e cerco di convincere Janish che i croccantini avanzati nel piattino sono buoni come quelli nella scatola.
Niente da fare.
O me ne dai di nuovi o mi attacco ai tuoi boxer!
Ok Janish, stanotte festeggi anche tu.
In sottofondo lo sgrollare caldo e profumato della moka e lo sgaranocchiamento di Janish. Fuori ci sono le stelle che cantano il loro silenzio più delicato.
Driiiinnnn!!!
E’ Perla. La sua bellezza arriva anche in uno squillo notturno.
Pronto?
Ciao sono io!
Ciao Perla…
Cos’hai deciso di fare?
Come?
Dico: Cos’hai deciso di fare?
Dobbiamo parlare!
Ok. E’ mestruata.
Dimmi Perla (amore mio)
Hai deciso quindi di non raccontarmi più le cose?
?
Pensi forse che non raccontandomi tutto, si possa risolvere la crisi in cui stiamo cadendo?
Scusa, quale crisi? Eravamo insieme anche ieri sera e chiedevi coccole a iosa…
E’ ovvio che non puoi capire!
Ok. Parliamone allora!
Adesso è tardi. Ne riparleremo!
Ok. Vorrei dirti che…
CLICK!!!
Il mio libro…
TUU TUUU TUUUUU
E’ uscito…
Richiamo.
Gentile cliente la informiamo che alla Signorina Perla è scoppiato l’assorbente nella testa e al momento non è raggiungibile.
ok. Caffè.
Ci vuole calma quando il tuo libro è uscito di notte e allo stesso tempo la più bella del mondo ce l’ha con te.
Schicchero un poco con il cucchiaino nella tazzina e sorseggio il nero rimestante di pensieri.
Driiiinnnn!
Ciao!
Sono di nuovo io!
Dimmi (amore mio)
Possibile che tu non capisca?
Cosa?
Come cosa? Noi non parliamo più! Tu mi nascondi le cose! E se facessi lo stesso con te?
Perdonami, ma cosa ti sto nascondendo?
Lo sai!!!
Ah!
Allora parliamone!
Non ora! Tra noi non c’è dialogo!
Va bene. Vorrei dirti che…
CLICK!!!
Il mio libro…
TUU TUUU TUUUU!!!
…è uscito.
A questo punto l’unico che mi capisce è il portatile e clicco ancora sul sito del mio editore.
Anima d’Asfalto brilla come la cometa di “alei.”
Decido di acquistarlo. Non mi preoccupo di non aver saputo che fosse uscito. Mi basta vederlo. Non voglio nemmeno una copia in omaggio. Lo voglio tra le mani semplicemente come un padre dietro il vetro dell’ incubatrice.
Clicco qua.
Clicco la.
Mi sposto qui.
Vado su
poi giù.
Devo registrarmi.
Ok.
Clicco.
Metto tutti i dati fino in fondo.
DIGITARE IL CODICE DI VERIFICA VISIBILE NELLA FINESTRELLA.
Nella finestrella leggo:”IMMAGINE ALTERATA”
Che cazzo di codice è?
Va beh. Ricarico la pagina.
Driiiinnn!
Ciao sono io.
Ho visto. Ciao.
Perchè non mi hai richiamata?
Dovevo?
Ecco vedi? Non ti frega niente di me, di noi e della nostra crisi!
Scusa ero impegnato ad acquistare…
CLICK!!!
Il mio libro…
TUU TUUU TUUUU!!!
…che è uscito..
Ok. Riclicco e rimestolo di nuovo tutta la procedura.
DIGITARE IL CODICE ECCETERA ECCETERA.
Ancora “IMMAGINE ALTERATA”
Preso da turbinio di punti interrogativi nella testa digito esattamente “immagine alterata”
Mi risponde che non ho capito un cazzo e che devo rifare tutto.
Ok. Immaginavo.
Ripeto l’ambaradan fino a farmi i calli da diteggiatore di porno via web, ma la scritta è sempre quella: “IMMAGINE ALTERATA”
Ok. Sono l’unico autore al mondo che non sa dell’uscita del proprio libro e nemmeno riesce a comprarlo. Molto bene. Grazie Karma, ma adesso me ne vado a letto. Domani lo faccio presente all’editore.
Mattina. Il risveglio è tutto di sole e prati. Niente male sicuramente. Perla non si è fatta sentire nemmeno con un messaggino intimidatorio.
Ancora meglio.
Caffè e passi scalzi sul pavimento mentre la radio racconta storie e trasmette canzoni.
Driiinnnn!
Non sono Perla. Sono un editore.
Ah!
Ho letto una parte di Anima d’Asfalto!
Ah!
Mi piace!
Ah! Ho già un editore e un contratto per quello. Grazie.
Certo. Certo. Hai qualcos’altro nel cassetto?
Qualche racconto e un libro che sto scrivendo: “I Guerrieri della mattina presto.”
Perfetto!
Cosa?
Pubblichiamo il materiale che hai nel cassetto e poi mi invii anche I Guerrieri eccetera eccetera quando lo hai terminato?
Ok. E come intitoliamo il libro che intendi pubblicare ora?
… Aspettando I Guerrieri della mattina presto! Ti piace?
Cazzo che ideona! Ok!
Allora ti invio il contratto e tu il materiale.
Vuoi dei soldi per la pubblicazione?
Soldi? No! Anzi, spero di venderne qualche copia, ma non ti preoccupare, rimarrai povero esattamente come ora. Non cambierà nulla.
Molto bene. Mi stavo per spaventare.
Click.
Ok. Secondo libro in pubblicazione nel giro di una notte. Penso di essere l’unico al mondo.
Driiinnnn!!!
Ciao.
Ciao Perla!
Proprio non ti entra in testa vero? Nemmeno un esseemmeesse!
Dovevo? Scusa ma…
Tutte scuse come al solito!
…ero impegnato..
A te di me non ti frega nulla!
…stavo cercando di comprare…
CLICK!!!
…il mio libro…che è in uscita…
Tuu Tuuu Tuuuu!!!
…e poi un editore mi ha contattato per un altro…Ok. Giornataccia.
Comunque.
Nulla ha di incerto come l’amore, una notte stellata e un libro in uscita. Due libri poi di certo nasconderanno il doppio delle incognite. Rimane il fatto che ho il miraggio di un volume che racconta la mia anima dai marciapiedi del mio viaggio ma che ancora non ho stretto tra le mani. Dev’essere perché mi assomiglia molto, viste le pochissime persone che hanno saputo trattenermi un poco tra le loro dita.
Dev’essere che Anima d’Asfalto è effettivamente ruvido e incolto come la mia barba. Dev’essere che non posso fermarmi ora di raccontare le mie storie che si aprono al lettore dalle pagine di un solo libro. Dev’essere che “Aspettando I Guerrieri della mattina presto” sia un passaggio obbligato per conoscermi meglio e incominciare a leggermi. Dev’essere che io certe cose se non le scrivo non vivo.
A proposito, se vedete Perla ditele che è bellissima e che il mio primo libro è in uscita. Grazie.
A presto. Magno.